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🔍 L'azienda che pensava di essere solida… fino a quando non ha analizzato i suoi bilanci.




Marco era un imprenditore brillante e determinato. Aveva fondato la sua azienda nel 2014 con un piccolo capitale iniziale di 50.000 euro, tanta passione e una forte visione.


Negli anni, il business era cresciuto rapidamente: ogni anno nuovi clienti, collaboratori, uffici più grandi.

Il fatturato era passato da 300.000 euro il primo anno a oltre 3 milioni di ora.

Il telefono squillava senza sosta, gli ordini arrivavano a ritmo serrato e l’azienda sembrava in piena espansione.


Tutti gli indicatori sembravano positivi. O almeno così credeva.

Ma dietro il velo del successo apparente si nascondeva un problema che Marco non aveva mai voluto affrontare.


🚨 Il campanello d’allarme: tanta fatica, poca liquidità.


Ogni giorno era una corsa contro il tempo: riunioni, scadenze, fornitori da pagare, clienti da gestire.


Nonostante il fatturato in crescita, a fine anno i margini erano sempre troppo sottili.

Gli utili si aggiravano intorno al 5-6% del fatturato (meno di 180.000 euro su 3 milioni), e dopo tasse, reinvestimenti e spese operative, rimaneva ben poco nelle casse aziendali.


Marco si ritrovava spesso a dover chiedere anticipi in banca per coprire i flussi di cassa e, in alcuni casi, aveva perfino ritardato i pagamenti ai fornitori per non rimanere scoperto.


Se tutto andava così bene, perché non riusciva mai ad accumulare liquidità?


🔹 La frase che gli fece aprire gli occhi


Durante un evento di networking, parlando con un imprenditore più esperto, Marco si sentì dire qualcosa che lo colpì nel profondo:


👉 "Un’azienda non è solida perché fattura tanto, ma perché sa gestire i suoi numeri in modo efficiente. Fatturare è una cosa, guadagnare è un’altra."


Quella frase gli rimase impressa. Per la prima volta, Marco iniziò a farsi domande scomode:


📌 Sto davvero guadagnando o sto solo facendo girare soldi?

📌 Quanto margine ho su ogni prodotto o servizio?

📌 Se domani arrivasse una crisi, quanto potrei resistere senza entrate?


📊 L’analisi che rivelò la verità

Spinto dal dubbio, Marco si mise a tavolino con il suo commercialista e analizzò i bilanci degli ultimi tre anni.


Quello che scoprì fu scioccante:

🔸 Costi fissi fuori controllo: uffici più grandi, abbonamenti software inutilizzati, spese di rappresentanza superflue. Ogni mese oltre 20.000 euro evaporavano senza reale necessità.


🔸 Margini erosi: alcuni prodotti e servizi venivano venduti in perdita, semplicemente perché c’era domanda, ma senza calcolare il vero costo.


🔸 Tempi di incasso troppo lunghi: il DPO (Days Payable Outstanding) medio era di 90 giorni, con alcuni clienti che pagavano a 120 giorni, bloccando la liquidità.


🔸 Debito in crescita: per coprire i buchi di cash flow, aveva contratto finanziamenti per 250.000 euro, con rate mensili sempre più pesanti.


🔸 Tasse impreviste: ogni anno si trovava a dover pagare con urgenza cifre superiori ai 50.000 euro, senza averle pianificate.


💡 Fu un colpo durissimo. Marco si rese conto che, se avesse continuato così, prima o poi la sua azienda sarebbe crollata.


🔄 Il punto di svolta: implementare un metodo di controllo di gestione


Marco capì che lavorare tanto non bastava. Bisognava lavorare in modo intelligente.

Decise di rivoluzionare il suo approccio alla gestione aziendale:


Taglio degli sprechi: eliminò spese inutili per oltre 8.000 euro al mese e rinegoziò i contratti con i fornitori.


Margini sotto controllo: alzò i prezzi su alcuni servizi e dismise quelli non profittevoli. Il margine operativo passò dal 5% al 15% in pochi mesi.


Cash flow ottimizzato: impose pagamenti anticipati per alcuni clienti e ridusse il tempo medio di incasso a 45 giorni.


Previsioni finanziarie accurate: creò un piano per accantonare liquidità per le tasse e ridurre la dipendenza dai finanziamenti bancari.


Automazione dei dati: implementò un sistema che gli permetteva di avere un report finanziario settimanale, senza dover aspettare la fine dell’anno.


🚀 I risultati: da azienda instabile a business solido

In meno di 12 mesi, l’azienda di Marco aveva cambiato volto:


📈 Margine netto raddoppiato: dal 5% al 15%, con un utile netto di 450.000 euro.


📉 Indebitamento ridotto del 40%: niente più scoperti in banca.


💰 Cash flow positivo: ora c’erano 6 mesi di liquidità disponibile per gestire imprevisti.


📊 Decisioni basate su dati reali: niente più sensazioni, solo numeri concreti.


Ora Marco aveva il pieno controllo della sua azienda e, per la prima volta, si sentiva davvero un imprenditore consapevole.


📢 Morale della storia?


🔹 Fatturare non significa guadagnare. Puoi avere milioni di entrate e comunque essere in perdita.

🔹 Un imprenditore deve conoscere i suoi numeri. Le sensazioni non bastano, servono dati concreti.

🔹 Il controllo di gestione non è un costo, è un’assicurazione per il futuro.


🔎 E tu, hai mai analizzato davvero i tuoi bilanci? Commenta qui sotto e raccontami la tua esperienza! 💬


💡 Bonus: Vuoi scoprire come analizzare i tuoi numeri come un vero imprenditore? Scrivimi in privato per una consulenza gratuita!

 
 
 

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