🔍 L'azienda che pensava di essere solida… fino a quando non ha analizzato i suoi bilanci.
- DAVIDE IBBA
- 13 mar
- Tempo di lettura: 4 min

Marco era un imprenditore brillante e determinato. Aveva fondato la sua azienda nel 2014 con un piccolo capitale iniziale di 50.000 euro, tanta passione e una forte visione.
Negli anni, il business era cresciuto rapidamente: ogni anno nuovi clienti, collaboratori, uffici più grandi.
Il fatturato era passato da 300.000 euro il primo anno a oltre 3 milioni di ora.
Il telefono squillava senza sosta, gli ordini arrivavano a ritmo serrato e l’azienda sembrava in piena espansione.
Tutti gli indicatori sembravano positivi. O almeno così credeva.
Ma dietro il velo del successo apparente si nascondeva un problema che Marco non aveva mai voluto affrontare.
🚨 Il campanello d’allarme: tanta fatica, poca liquidità.
Ogni giorno era una corsa contro il tempo: riunioni, scadenze, fornitori da pagare, clienti da gestire.
Nonostante il fatturato in crescita, a fine anno i margini erano sempre troppo sottili.
Gli utili si aggiravano intorno al 5-6% del fatturato (meno di 180.000 euro su 3 milioni), e dopo tasse, reinvestimenti e spese operative, rimaneva ben poco nelle casse aziendali.
Marco si ritrovava spesso a dover chiedere anticipi in banca per coprire i flussi di cassa e, in alcuni casi, aveva perfino ritardato i pagamenti ai fornitori per non rimanere scoperto.
Se tutto andava così bene, perché non riusciva mai ad accumulare liquidità?
🔹 La frase che gli fece aprire gli occhi
Durante un evento di networking, parlando con un imprenditore più esperto, Marco si sentì dire qualcosa che lo colpì nel profondo:
👉 "Un’azienda non è solida perché fattura tanto, ma perché sa gestire i suoi numeri in modo efficiente. Fatturare è una cosa, guadagnare è un’altra."
Quella frase gli rimase impressa. Per la prima volta, Marco iniziò a farsi domande scomode:
📌 Sto davvero guadagnando o sto solo facendo girare soldi?
📌 Quanto margine ho su ogni prodotto o servizio?
📌 Se domani arrivasse una crisi, quanto potrei resistere senza entrate?
📊 L’analisi che rivelò la verità
Spinto dal dubbio, Marco si mise a tavolino con il suo commercialista e analizzò i bilanci degli ultimi tre anni.
Quello che scoprì fu scioccante:
🔸 Costi fissi fuori controllo: uffici più grandi, abbonamenti software inutilizzati, spese di rappresentanza superflue. Ogni mese oltre 20.000 euro evaporavano senza reale necessità.
🔸 Margini erosi: alcuni prodotti e servizi venivano venduti in perdita, semplicemente perché c’era domanda, ma senza calcolare il vero costo.
🔸 Tempi di incasso troppo lunghi: il DPO (Days Payable Outstanding) medio era di 90 giorni, con alcuni clienti che pagavano a 120 giorni, bloccando la liquidità.
🔸 Debito in crescita: per coprire i buchi di cash flow, aveva contratto finanziamenti per 250.000 euro, con rate mensili sempre più pesanti.
🔸 Tasse impreviste: ogni anno si trovava a dover pagare con urgenza cifre superiori ai 50.000 euro, senza averle pianificate.
💡 Fu un colpo durissimo. Marco si rese conto che, se avesse continuato così, prima o poi la sua azienda sarebbe crollata.
🔄 Il punto di svolta: implementare un metodo di controllo di gestione
Marco capì che lavorare tanto non bastava. Bisognava lavorare in modo intelligente.
Decise di rivoluzionare il suo approccio alla gestione aziendale:
✅ Taglio degli sprechi: eliminò spese inutili per oltre 8.000 euro al mese e rinegoziò i contratti con i fornitori.
✅ Margini sotto controllo: alzò i prezzi su alcuni servizi e dismise quelli non profittevoli. Il margine operativo passò dal 5% al 15% in pochi mesi.
✅ Cash flow ottimizzato: impose pagamenti anticipati per alcuni clienti e ridusse il tempo medio di incasso a 45 giorni.
✅ Previsioni finanziarie accurate: creò un piano per accantonare liquidità per le tasse e ridurre la dipendenza dai finanziamenti bancari.
✅ Automazione dei dati: implementò un sistema che gli permetteva di avere un report finanziario settimanale, senza dover aspettare la fine dell’anno.
🚀 I risultati: da azienda instabile a business solido
In meno di 12 mesi, l’azienda di Marco aveva cambiato volto:
📈 Margine netto raddoppiato: dal 5% al 15%, con un utile netto di 450.000 euro.
📉 Indebitamento ridotto del 40%: niente più scoperti in banca.
💰 Cash flow positivo: ora c’erano 6 mesi di liquidità disponibile per gestire imprevisti.
📊 Decisioni basate su dati reali: niente più sensazioni, solo numeri concreti.
Ora Marco aveva il pieno controllo della sua azienda e, per la prima volta, si sentiva davvero un imprenditore consapevole.
📢 Morale della storia?
🔹 Fatturare non significa guadagnare. Puoi avere milioni di entrate e comunque essere in perdita.
🔹 Un imprenditore deve conoscere i suoi numeri. Le sensazioni non bastano, servono dati concreti.
🔹 Il controllo di gestione non è un costo, è un’assicurazione per il futuro.
🔎 E tu, hai mai analizzato davvero i tuoi bilanci? Commenta qui sotto e raccontami la tua esperienza! 💬
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